Case reports
Issue 1 (Suppl. 3) March 2024
Il ruolo attivo del caregiver nella gestione della terapia farmacologica di un paziente schizofrenico
Abstract
E.E., uomo di 57 anni, schizofrenico.
Esordio psicotico, seguito dal primo ricovero, all’età di 17 anni; da allora in cura presso il nostro servizio.
Risale all’inizio della malattia la separazione dei genitori: il padre, descritto come un uomo scontroso e bizzarro; la madre, donna casalinga, molto ansiosa e protettiva; una sorella, più giovane, in buona salute.
E.E. iniziò a star male in tarda adolescenza, mostrando comportamenti bizzarri, sintomi psicotici produttivi, eteroaggressività e crisi pantoclastiche. Infatti, all’età di 17 anni fu trovato dalla madre sulla porta di casa intento a rompere e a lanciare oggetti. Parlava da solo e sembrava rispondere a delle voci che gli dicevano cosa fare. A un primo ricovero, si impostava una terapia iniziale antipsicotica con risperidone 6 mg/die per uso orale. Al momento della dimissione, il paziente mostra- va minore agitazione, ma riferiva ancora la presenza di fenomeni allucinatori uditivi, rappresentati da voci imperative che gli suggerivano cosa fare.
Negli anni a seguire, E.E. viveva isolato in casa con la madre, mostrando gravi bizzarrie del comportamento. Continuava a persistere la sintomatologia positiva rappresentata da deliri e allucinazioni. Inoltre, E.E. non terminò gli studi di scuola superiore.
All’età di 30 anni il paziente affrontava un ennesimo ricovero in TSO, seguito da una lunga degenza post-acuzie. Dopo numerosi tentativi con diversi antipsicotici (senza tuttavia raggiungere un buon controllo dei sintomi produttivi sopra descritti), si impostava una terapia farmacologica con clozapina 100 mg (2 cp/die).
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