Case reports
Issue 1 (Suppl. 3) March 2024
Gestione degli effetti extrapiramidali in un paziente affetto da schizofrenia: switch da risperidone a lurasidone
Abstract
Il paziente giungeva a visita in seguito a dimissione dal SPDC territoriale.
Maschio, 22 anni. Nessuna familiarità psichiatrica di rilievo. Dalla raccolta anamnestica emergeva un primo ricovero in ambiente psichiatrico poco dopo il com- pimento della maggiore età, in concomitanza con l’inizio del consumo di cannabinoidi sintetici (“spice”). In tale periodo il paziente avrebbe iniziato a manifestare sintomatologia quale ritiro sociale, esaltazione umorale e ideazione delirante non sistematizzata a tematica persecutoria. Dopo il ricovero veniva dimesso con diagnosi iniziale di “disturbo psicotico indotto da sostanze”. Si susseguivano poi periodi di sommario compens, alternati a periodi di recrudescenze sintomatolo- giche, inizialmente correlate al ripetuto uso di cannabinoidi. Con il progredire della storia clinica, seppur appare essere stata adeguatamente mantenuta totale astinenza dall’uso di cannabinoidi, il paziente tornava a manifestare sintomatologia costituita da ideazione persecutoria, tendenza alla disorganizzazione dell’e- loquio e importante appiattimento affettivo, subendo pertanto un nuovo ricovero presso il SPDC. Veniva allora dimesso con diagnosi di schizofrenia paranoide. La terapia impostata era costituita da: risperidone 3 mg/die (1 mg al mattino e 2 mg serali), litio carbonato 1050 mg/die (300 mg al mattino, 750 mg alla sera) e biperidene 4 mg RP (1 cp al mattino), quest’ultimo inserito a causa di sintomi extrapiramidali (EPS) indotti dalla terapia.
Dopo circa 2 mesi dall’ultima dimissione effettuava valutazione psichiatrica ambulatoriale.
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