Case reports
Issue 1 (Suppl. 3) March 2024
Schizofrenia e uso di sostanze stupefacenti: un case report
Abstract
R.C., giovane ragazzo di 20 anni, arrivato in PS accompagnato dai familiari, preoccupati per il suo progressivo ritiro sociale e per la comparsa di idee bizzarre. Difatti, il paziente era convinto che un gruppo di persone, a lui sconosciute, gli avessero impiantato durante il periodo dell’infanzia un microchip nel cervello con conseguente pieno controllo dei suoi pensieri. In PS il paziente è stato sottoposto a TC encefalo, risultata negativa, ECG, esami di routine e tossicologici che hanno mostrato positività a cannabinoidi e cocaina. La terapia impostata dal consulente psichiatra prevedeva olanzapina 10 mg/die con l’indicazione di invio al Ser.D. di competenza territoriale, ove giunse alla mia osservazione. Figlio di padre libero professionista, diabetico in tp, e di madre casalinga, in apparente buona salute e una sorella maggiore, anch’essa in apparente buona salute. Diplomato alle scuole medie superiori e nessuna occupazione lavo- rativa. Familiarità psichiatrica negativa. Nessun elemento premorboso degno di nota riferito. Nel corso del primo colloquio emersero le tematiche deliranti prevalentemente di nocumento e di controllo del pensiero, seppur con minor coinvolgimento emotivo rispetto a quanto riferito dai familiari nei mesi prece- denti. Il paziente fu inserito in un programma di controllo dei metaboliti urinari a cadenza settimanale, visite psichiatriche periodiche e colloqui psicologici settimanali che, però, furono rifiutati. Nell’arco di circa due mesi, pur persistendo uso occasionale di crack e cannabinoidi, si evidenziò un progressivo miglioramento sia della sintomatologia positiva sia di quella negativa. Il paziente appariva sempre più critico rispetto alle pregresse tematiche deliranti e, inoltre, pur in mancanza di congrua progettualità futura, riprese la frequentazione di vecchi amici. Tuttavia, nel periodo dei due mesi di terapia, R.C. ebbe un importante incremento ponderale, circa 10 kg. Inoltre, lamentava sedazione, difficoltà di concentrazione e disfunzione erettile. Tenuto conto dell’importanza fondamentale della compliance del paziente, si decise di comune accordo di valutare lo switch a terapia efficace ma non impattante sul peso corporeo, sulle funzioni cognitive e sulla sessualità. Inoltre, in considerazione della familiarità per diabete e del persistere dell’abuso di crack, si è ritenuto necessario inserire una terapia con maggiore safety dal punto di vista cardiaco e metabolico.
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