Case reports
Issue 2 (Suppl. 2) June 2024
Un caso di schizofrenia trattato in augmentation con lurasidone
Abstract
Presentazione e storia clinica
Paziente di sesso maschile, 29 anni, con anamnesi psicopatologica familiare positiva per disturbi mentali gravi.
Secondogenito di 3 maschi, assistito dalla famiglia con cui vive, impiegato saltuariamente e con scarso funzionamento nell’azienda familiare. È un ragazzo che manifesta tendenze al ritiro sociale e all’isolamento relazionale, e consumatore di sostanze (principalmente cannabinoidi ma anche cocaina e amfetamine).
Nel 2011, all’età di 16 anni, il paziente veniva ricoverato per la prima volta in Neuropsichiatria Infantile (NPI) per un episodio depressivo trattato con sertralina e quetiapina; quattro anni dopo, una prima ospedalizzazione in Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) per scompenso psicotico acuto, trattato con aripiprazolo per os.
Negli anni successivi, dal 2016 al 2023, si susseguirono nuovi ricoveri (9 in totale) per scompensi psicotici acuti, nonostante diversi tentativi di trattamento farmacologico con terapie orali (aripiprazolo, olanzapina, paliperidone, aloperidolo) o LAI (aripiprazolo monoidrato, paliperidone palmitato, aloperidolo decanoato), nessuna delle quali ha garantito un valido e prolungato compenso.
All’inizio del 2023 si introduceva clozapina (range: 200-300 mg/die), terapia ben tollerata con la quale il paziente ha mantenuto una sufficiente compliance garantita prevalentemente dalla madre, suo caregiver principale. Persistevano, tuttavia, le note depressive e la tendenza all’isolamento.
Nel febbraio e marzo 2024, a causa di numerose ricadute, in parte dovute alla scarsa aderenza alla terapia farmacologica, in parte apparentemente indipendenti da essa, il paziente veniva nuovamente ricoverato in SPDC per scompenso psicotico acuto.
Nell’aprile 2024, un nuovo accesso per stato di grave agitazione psicomotoria con reattività, irritabilità, ideazione delirante persecutoria e disorganizzazione, evidenziava una scarsa compliance alla terapia psicofarmacologica domiciliare (con clozapinemia sotto il range terapeutico). A seguito di un esame tossicologico positivo per cannabinoidi, il paziente veniva ricoverato in SPDC in regime di Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) con conseguente diagnosi di schizofrenia.
Trattamento ed esiti
Durante il TSO la terapia psicofarmacologica impostata è stata la seguente: aloperidolo im e poi per os (fino a 6 mg/die) + lorazepam fino a 12 mg/die in associazione a terapia con clozapina 250 mg/die.
Nei giorni successivi, si osservava una graduale riduzione della tensione e irritabilità con lisi della produttività delirante franca, con, tuttavia, viraggio depressivo, chiusura, ritiro e apatia.
Si procedeva quindi a switch da aloperidolo a lurasidone, titolato fino a 111 mg/die, in virtù della sua buona tollerabilità e dell’efficacia sulla sintomatologia affettiva e, in particolare, sui sintomi negativi osservati, proteggendo nel contempo il funzionamento cognitivo.
Alle dimissioni il paziente non presentava sintomi psicotici acuti, mostrando un miglioramento sul piano timico.
La valutazione in CPS nel mese successivo riscontrava una buona stabilità clinica e una graduale ripresa dell’attività lavorativa (con il padre), della vita sociale e sentimentale, che lo condusse a iniziare una nuova relazione amorosa.
Conclusioni
Lurasidone è stata una valida scelta terapeutica in augmentation a clozapina per l’efficacia sulla sintomatologia negativa e depressiva e per l’ottima tollerabilità.
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